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EVENTI

Tavola rotonda “Missionary Archives and Linguistic-Cultural Interactions”

L’11 luglio 2024 l’Archivio Generale dell’Ordine Carmelitano ha partecipato alla tavola rotonda “Missionary Archives and Linguistic-Cultural Interactions”, prevista all’interno delle giornate di convegno “Mapping and Translating Spaces, Cultures and Languages Experiences Connected to Empires and Missions (1500-1700)”. L’evento, promosso dall’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea – CNR e dal Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali dell’Università Sapienza di Roma, si è svolto presso la sede dell’Istituto Nazionale di Studi Romani sull’Aventino.

I relatori presenti alla tavola rotonda rappresentavano diversi archivi ecclesiastici e hanno presentato il materiale documentario relativo alle missioni religiose all’interno dell’Impero portoghese nella prima età moderna, illustrando alcuni esempi di mediazione linguistica tra i frati provenienti dall’Europa e le comunità indigene del Sud America, dell’Africa e dell’Asia.

Erano presenti: Simona Serci per l’Archivio Generale Ordine Carmelitano; Flavio Belluomini per l’Archivio Storico ‘de Propaganda Fide’; Axel Alt per l’Archivio Generale dei Carmelitani Scalzi; Festo Mkenda, S.J. per l’Archivum Romanun Societatis Iesu; Patrizia Morelli per l’Archivio Ordine Frati Minori Cappuccini; Andrés Gómez Rozo, O.S.A. per l’Archivio generale degli Agostiniani.

Il momento è stato proficuo non solo per gli archivisti, che hanno potuto condividere peculiarità e analogie tra i loro archivi, ma anche per gli studiosi presenti (storici, linguisti, storici dell’arte, antropologi etc.), che hanno molto apprezzato questo percorso virtuale tra le fonti.

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I TESORI DELLA BIBLIOTECA

Lavori in corso: gli incunaboli della Biblioteca Generale Carmelitana

Siamo lieti di informarvi che la Biblioteca Generale Carmelitana ha da poco avviato il progetto di schedatura dei suoi incunaboli, finalizzato alla redazione del catalogo a stampa, edito da Viella, e inserito nella collana editoriale “Incunaboli”, diretta da Marco Palma.

Il catalogo, la cui importanza risiede anche nel fatto di essere il primo volume della collana a prendere in esame gli incunaboli conservati presso una biblioteca romana, sarà curato da Sara Bischetti, bibliotecaria della Biblioteca Generale Carmelitana, e da Rosa Parlavecchia, docente di Elementi di storia del libro presso l’Università degli Studi di Salerno.

L’iniziativa si inserisce all’interno del più ampio obiettivo volto a valorizzare il patrimonio librario della biblioteca, a partire dalle sue collezioni più antiche, nonché a promuovere e diffondere la conoscenza dell’Ordine carmelitano.

In attesa della pubblicazione del catalogo, i primi risultati del progetto saranno presentati in occasione della Giornata di studi “Descrivere incunaboli”, prevista per l’11 ottobre 2024 presso l’Università di Catania.

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COMUNICAZIONI

Il saluto del Direttore

Cari lettori,

con la chiusura estiva dell’Archivio e della Biblioteca Generali lascio il mio lavoro di direttore per intraprendere una nuova missione, dopo nove anni come archivista generale e due anni e mezzo come bibliotecario generale.

È stata per me un’esperienza esaltante di apprendimento, collaborazione e sfide da affrontare. Quando mi fu affidato questo lavoro portavo con me il sogno di fare dell’Archivio e, poi, della Biblioteca dei luoghi di incontro e di scambio di idee, ricerche e progetti. Luoghi in cui le persone si ritrovano in un clima di accoglienza e di amicizia, avendo come ambiente naturale la comunità carmelitana del Centro Internazionale Sant’Alberto. E grazie a un meraviglioso lavoro di squadra questo si è realizzato. Se dovessi, infatti, racchiudere in una parola l’esperienza di questi anni, direi senz’altro che è relazioni.

Abbiamo cercato di curare le relazioni a più livelli. Quello immediato è stato in riferimento al nostro ricco patrimonio archivistico e librario, che abbiamo trattato non tanto come un deposito da vigilare, quanto come la realtà viva di una istituzione, con i suoi ottocento anni di storia, che ancora oggi si racconta e vuole farsi conoscere. Per cui, non solo ci siamo attivati a realizzare o a migliorare i sistemi di conservazione e di ricerca (inventari, cataloghi, digitalizzazioni, restauri), ma ci siamo spesi a promuovere gli studi su questo patrimonio attraverso assegni annuali di ricerca, collaborazioni a progetto e periodi di stage. Consapevoli che il nostro patrimonio appartiene a tutti, ci siamo adoperati nel far conoscere sia quanto abbiamo ereditato sia le nostre iniziative attraverso diversi canali social, convegni, giornate di studio e pubblicazioni. Ci ha infine accompagnati l’altra consapevolezza che il patrimonio dell’Ordine fa parte di un patrimonio culturale molto più ampio e che solo grazie alla collaborazione con altre istituzioni, similari e non, si possono raggiungere obiettivi più efficaci. E così abbiamo stretto relazioni significative con persone ed enti dell’Ordine, anche a livello internazionale, mentre nell’ambito nazionale con la Conferenza Episcopale Italiana, l’Associazione Archivistica Ecclesiastica e con l’Ordine dei Servi di Maria.

Grazie alla ricerca e all’ottenimento di risorse finanziarie dalla CEI, dal Ministero italiano della Cultura e da altri canali, per non parlare dell’imprescindibile contributo dell’Ordine, è stato possibile dare vita a tutto questo. Certamente, c’è ancora tanto da fare, ma ritengo che in questi anni abbiamo tracciato la direzione da seguire e il prossimo che guiderà l’Archivio e la Biblioteca Generali farà ancora molto e meglio. Ringrazio voi lettori che seguite e sostenete le nostre attività e auguro a tutti buone vacanze!

Mario Alfarano

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Chiusura

I nostri istituti chiuderanno per la pausa estiva nei seguenti giorni:

Archivio generale: 

ven. 2 agosto 2024 – lun. 26 agosto 2024

Biblioteca generale carmelitana:

ven. 2 agosto 2024 – dom. 25 agosto 2024.

Cogliamo l’occasione per augurarvi

una buona estate!

Per leggere la Newsletter online e per iscriversi, si rimanda al seguente indirizzo web:

https://www.ocarm.info/cgi-bin/dada/mail.cgi/archive/prayer/20240801120944/

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Eventi

Presentazione del libro di Marco Papasidero

Martedì 9 aprile 2024, alle ore 16, presso l’Università di Roma Tre, Dipartimento di Studi Umanistici, sarà presentato il volume Miracula et benefitia. Malattia, taumaturgia e devozione a Licata e in Sicilia nella prima età moderna (Edizioni Carmelitane, 2021), realizzato attraverso ricerche d’archivio.

Dialogheranno con l’autore i professori Paolo Broggio, Maria Chiara Giorda e Carla Noce, dell’Università di Roma Tre. L’evento sarà introdotto da Giovanna Brizi, postulatrice generale dell’Ordine carmelitano.

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Bandi

Assegno di ricerca AGOC – Ottava edizione (2024)

Come ogni anno, l’Archivio Generale dell’Ordine Carmelitano ha indetto una selezione per il conferimento di un assegno di ricerca, intitolato alla memoria di p. Emanuele Boaga, che fu archivista generale dell’Ordine per circa trent’anni.

I progetti devono essere incentrati su ricerche storiche, religiose, filologiche o archivistiche, partendo dall’analisi del patrimonio documentario conservato nel nostro Archivio. L’obiettivo è quello di produrre un elaborato scientifico sulla base degli studi effettuati (articolo, monografia, edizione di fonti, inventariazione ecc.), di cui si valuterà la pubblicazione con Edizioni Carmelitane.

La scadenza per l’invio delle candidature è prevista per il 31 luglio 2024.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al bando: 

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Le curiosità dellArchivio

Lettera autografa del Mantovano

Il beato Giovanni Battista Spagnoli, detto il Mantovano (1447-1516), umanista e poeta carmelitano, guidò per un lungo periodo la Riforma Mantovana, divenendo poi, nel 1513, priore generale dell’Ordine. Nella lettera autografa del 28 agosto 1514, che qui vi mostriamo, il Mantovano scriveva a Nicolò Audet (1481-1562), divenuto provinciale di Terra Santa, ordinandogli di recarsi a Cipro, sede della suddetta provincia, per prenderne possesso. L’Audet, infatti, ritardava il proprio trasferimento da Venezia, dove aveva risieduto fino a quel momento. Si tratta di una corrispondenza tra due personalità di spicco della storia carmelitana: un generale in attività, il Mantovano, e un futuro generale, l’Audet, che dieci anni più tardi sarebbe stato eletto anche lui a capo dell’Ordine.

Inoltre la lettera è anche una reliquia, poiché sottoscritta di proprio pugno dal beato Mantovano.

Vista la sua importanza, il documento è stato restaurato nel 2018 dalla dottoressa Eulalia Ramos, che lo ha reso nuovamente leggibile e consultabile.

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Avvisi

Chiusura pasquale

I nostri istituti chiuderanno per le festività pasquali nei seguenti giorni:

Archivio generale:

da martedì 26 marzo a martedì 2 aprile 2024

Biblioteca generale carmelitana:

da martedì 2 aprile a venerdì 5 aprile 2024.

Cogliamo l’occasione per augurarvi

una serena Pasqua!

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Per leggere la Newsletter online e per iscriversi, si rimanda al seguente indirizzo web:

https://www.ocarm.info/cgi-bin/dada/mail.cgi/archive/prayer/20240319144554

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Bando Studia Carmelitana 2023

Assegno di Ricerca BiGOC – Prima edizione

La prima edizione dell’Assegno di ricerca indetto dalla Biblioteca Generale Carmelitana è stata vinta dalla dottoressa Rosa Parlavecchia, la quale svolgerà uno studio intitolato Ricostruzione della Biblioteca della Traspontina a partire dalle note di possesso presenti sui manoscritti e libri antichi della Biblioteca Generale Carmelitana.

Ci auguriamo che questo lavoro possa essere un’occasione per riportare alla luce la ricchezza del patrimonio librario del convento di Traspontina, che in antico era sede di uno dei più importanti luoghi di studio e formazione carmelitana.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al bando e al verbale di assegnazione: https://archivioocarm.com/assegno-di-ricerca-bigoc-prima-edizione-2023/

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Le curiosità dell’Archivio

Il liquore carmelitano

Tra i tesori del nostro archivio abbiamo ritrovato l’antica ricetta dello spiritum carmeliticum, così come ideata da un certo padre Bernardo, presumibilmente sul finire del secolo XVIII. Di padre Bernardo non conosciamo né il cognome né il convento di appartenenza, ma sicuramente il suo amaro dovette essere molto apprezzato se la sua ricetta arrivò fino alla Curia generalizia dei carmelitani.

Per poterla riprodurre, procuratevi alcol purissimo di vino, erbe di melissa, salvia e timo – con la raccomandazione che non siano essiccate, ma freschissime, colte durante la stagione della loro fioritura -, buccia di arancio, fiori di rosmarino, aromi di carciofo, cannella, noce moscata, inoltre semi di coriandolo, di anice e di ortica. Fate macerare il tutto per almeno due giorni, rimescolando di tanto in tanto, poi distillate e bevete… ma con moderazione!

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Le pubblicazioni carmelitane

Giovedì 18 gennaio 2024, presso il Centro Internazionale Sant’Alberto (Roma), è stato presentato il volume L’attività di padre Serafino Maria Potenza (1697-1763) attraverso i documenti d’Archivio, di Simona Durante, pubblicato da Edizioni Carmelitane (vedi ABiGOC20/2023).

Alla presentazione sono intervenuti padre Vincenzo Criscuolo, ofmcap, già relatore generale del Dicastero delle Cause dei Santi, il professor Luca Carboni, dell’Archivio Apostolico Vaticano, e l’autrice. Tra i numerosi partecipanti erano presenti il segretario monsignor Fabio Fabene, il sottosegretario Bogusław Stanisław Turek e altri membri del Dicastero.

Ci fa piacere condividere con voi alcuni scatti della serata.

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Per leggere la Newsletter online e per iscriversi, si rimanda al seguente indirizzo web:

https://www.ocarm.info/cgi-bin/dada/mail.cgi/archive/prayer/20240125092305/

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Le pubblicazioni carmelitane

Intervista a Simona Durante

Giovedì 18 gennaio 2024, alle ore 18, presso il Centro Internazionale Sant’Alberto (Roma), sarà presentato il volume L’attività di padre Serafino Maria Potenza (1697-1763) attraverso i documenti d’Archivio, di Simona Durante, pubblicato da Edizioni Carmelitane.

In occasione di questa presentazione abbiamo intervistato l’Autrice:

Simona, sappiamo che lavori come archivista presso il Dicastero delle Cause dei Santi e che conosci approfonditamente le dinamiche dei processi di beatificazione e canonizzazione nel corso dei secoli, all’interno delle quali si ascrive l’attività del padre Serafino Maria Potenza. Potresti descriverci quale fu l’importanza di questo personaggio per l’Ordine carmelitano e per lo studio della santità in generale?

«L’importanza di padre Serafino Maria Potenza per l’Ordine carmelitano si riflette in molteplici aspetti. 1) Nell’aver promosso, con competenza giuridica e storico-archivistica, la candidatura di diversi suoi confratelli e consorelle agli onori degli altari, durante la sua attività di postulatore generale. 2) Nell’aver dedicato la sua vita alla raccolta di documenti relativi alla storia dell’Ordine, dei vari conventi a esso appartenenti, nonché di quei carmelitani che più di tutti si erano distinti per fama di santità, con una particolare attenzione alle sue consorelle religiose. 3) Nell’aver profuso tutto il suo impegno nella direzione spirituale di chi a lui si affidava per camminare sulla via della fede.»

Dalla lettura del tuo volume si percepisce la grande mole di materiale documentario che hai dovuto visionare. Quali archivi sono stati consultati?

«La maggior parte delle ricerche sono state svolte presso l’Archivio generale dei carmelitani e quello corrente della Postulazione generale dei carmelitani. Ruolo determinante ha avuto anche l’Archivio del Dicastero delle Cause dei Santi. Per la corrispondenza tra Potenza e il suo confratello padre Ferdinando Salvi, prezioso è stato l’Archivio della Biblioteca d’arte e di storia di San Giorgio in Poggiale (Bologna) e l’Archivio generale delle carmelitane delle Grazie di Bologna. Si sono poi consultati l’Archivio del Conservatorio della SS. Concezione di Roma, quello del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’Archivio conventuale dei Santi Silvestro e Martino ai Monti di Roma, l’Archivio storico dell’Accademia dell’Arcadia, l’Archivio della Certosa di Trisulti e l’Archivio di Stato di Napoli.»

Nella lettura dei documenti c’è qualche curiosità che ti ha particolarmente colpito?

«Certamente hanno attirato la mia attenzione i “Quinterni” dedicati alla direzione spirituale delle sue penitenti. Da essi si evince uno spaccato della società di allora, con particolare riferimento alle pratiche di penitenza e “discipline” che le stesse figlie spirituali, a volte, si infliggevano per espiare i peccati. Mi hanno poi colpito le lettere tra padre Serafino e padre Salvatore Pagnani di Capua, suo confratello; inoltre le note circa la quotidianità dei sovrani di Napoli e Sicilia, Amalia di Sassonia e Carlo di Borbone, e la loro relazione con il “Ritiro” capuano di religiose carmelitane.»

Per approfondimenti e acquisto della pubblicazione, si rimanda al sito di Edizioni Carmelitane: 

www.edizionicarmelitane.org

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Le curiosità della Biblioteca

Un antico libro carmelitano

Tra i libri antichi della Biblioteca Generale Carmelitana si conserva un prezioso volume parigino del 1528, che contiene la prima edizione a stampa del trattato latino Summa de haeresibus et earum confutationibus del carmelitano Guy de Perpignan (1270-1342), altrimenti noto anche con il nome di Guido Terreni.

La cinquecentina mostra un interessante frontespizio, racchiuso in una elegante cornice architettonica, all’interno della quale si osservano, oltre al nome dell’autore e all’opera trasmessa, anche la marca tipografica dello stampatore fiammingo Jodocus Badius Ascensius. La marca rappresenta la bottega di un antico tipografo con tre persone al lavoro, accanto ad un torchio ligneo: il “tiratore” al centro, nel momento in cui aziona la barra per premere la platina sul foglio da stampare; il “rullatore” sulla sinistra, addetto ad inchiostrare le pagine di caratteri mobili; il “compositore” a destra, incaricato di comporre i testi allineando sul compositoio i caratteri mobili prelevati dalla cassa tipografica. In primo piano si notano, inoltre, due risme di fogli, una ancora bianca e una già stampata.

[Foto 1]

Il volume, finemente decorato con capilettera xilografici che scandiscono le partizioni testuali, è corredato da numerose postille di mani coeve che ne testimoniano l’ampio utilizzo in tempi prossimi alla stampa.

[Foto 2]

Inoltre, la nota di possesso che si legge sul frontespizio [Foto 1], anch’essa ascrivibile al XVI secolo, riconduce la cinquecentina all’antica biblioteca di Santa Maria in Traspontina, dalla quale proviene la maggior parte dei libri antichi ora conservati presso la Biblioteca Generale Carmelitana.

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Avvisi

Chiusura natalizia

I nostri istituti chiuderanno per le festività natalizie nei seguenti giorni:

Archivio generale: 

ven. 22 dicembre 2023 – lun. 8 gennaio 2024

Biblioteca generale carmelitana:

sab. 23 dicembre 2023 – dom. 7 gennaio 2024.

Cogliamo l’occasione per augurarvi

un Buon Natale e Felice anno nuovo!

Messale carmelitano, Venezia 1730

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BANDO «EMANUELE BOAGA» 2023

Il Bando intitolato alla memoria di p. Emanuele Boaga, giunto alla settima edizione, è stato ideato nel 2017 per promuovere studi sul materiale dell’Archivio generale dell’Ordine carmelitano. Ogni anno i progetti presentati vengono esaminati da una commissione internazionale, formata principalmente da studiosi carmelitani.

Quest’anno l’assegno è stato vinto dal dottor Marek Bebak, con un progetto di Musicologia, intitolato Mapping the Carmelites Musical Culture in Europe in the Seventeenth- and Eighteenth-Century. Preliminary research on the basis of the collection of the General Archive of the Carmelite Order in Roma.

Speriamo che questo lavoro possa mettere in luce un aspetto ancora così poco conosciuto della storia dell’Ordine.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al bando e al verbale di assegnazione: https://archivioocarm.com/assegno-di-ricerca-alla-memoria-di-p-emanuele-boaga-o-carm-settima-edizione-2023/

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LE PUBBLICAZIONI CARMELITANE

Intervista a Jacopo De Santi

In occasione della stampa del volume Santa Maria in Traspontina. La vita di una comunità carmelitana attraverso le carte d’archivio. Inventario del fondo, pubblicato da Edizioni Carmelitane (2023), abbiamo intervistato l’autore.

Jacopo De Santis è dottore di ricerca in Storia e scienze filosofico-sociali, con specializzazione in Storia religiosa; è inoltre diplomato archivista.

Jacopo, la tua pubblicazione è frutto del progetto di ricerca vincitore del terzo bando promosso dall’Archivio: come nasce l’idea?

«Durante il dottorato di ricerca ebbi modo di frequentare l’Archivio generale dell’Ordine per svolgere le mie ricerche sulla vita religiosa a Roma durante la Repubblica romana del 1849 e venni a conoscenza del fondo della chiesa e del convento di Santa Maria in Traspontina. Già consultando solo alcuni fascicoli, mi accorsi subito che si trattava di uno straordinario patrimonio documentario, estremamente prezioso non solo per lo studio della storia dell’Ordine ma anche per svolgere ricerche sulla storia religiosa di Roma. Tuttavia le carte, pur essendo ordinate, non erano corredate da uno strumento in grado di descrivere la documentazione e, quindi, di orientare gli studiosi nei nove metri lineari e nelle 182 unità archivistiche dalle quali è composto il complesso documentario.

Quando nel 2019 ho deciso di partecipare alla terza edizione dell’assegno di ricerca promosso dall’Archivio ed intitolato alla memoria di p. Emanuele Boaga, mi ero da poco diplomato in archivistica e nutrivo il desiderio di confrontarmi con un lavoro di inventariazione di un fondo che mi avrebbe permesso di mettere in pratica le nozioni teoriche della disciplina archivistica che avevo studiato, prima all’università e poi alla scuola di archivistica dell’Archivio di Stato di Roma. Prima di presentare il progetto di ricerca richiesto dal bando, mi recai quindi all’Archivio generale per svolgere un sopralluogo finalizzato a scoprire quanto un progetto di inventariazione fosse effettivamente realizzabile e quali fondi custoditi nell’Archivio dell’Ordine avessero più bisogno di essere descritti per rendere più agevole la loro consultazione da parte degli studiosi. In questa occasione, grazie soprattutto al confronto con l’accogliente personale dell’Archivio, ho riscoperto le carte della chiesa e del convento di Santa Maria in Traspontina e ho così deciso di dedicare a queste ultime il mio progetto di ricerca, nonché anche la mia prima esperienza di descrizione di un fondo archivistico.»

Com’è strutturato il volume?

«Il volume presenta la struttura tipica di un inventario archivistico, così come prescritto dalle regole enunciate dalla disciplina, ed è diviso in due parti: una storica e di carattere discorsivo e l’altra più tecnica e finalizzata a descrivere il fondo.

La prima parte dell’inventario si compone di due introduzioni: una storica sul soggetto produttore dell’archivio, in questo caso la chiesa e il convento di Santa Maria in Traspontina, per un arco cronologico che va dall’insediamento dei Carmelitani nel XV secolo fino ai giorni nostri; l’altra introduzione è invece di carattere archivistico, ripercorre cioè le vicende dell’archivio e illustra i criteri che hanno guidato il lavoro di descrizione da me condotto.

La seconda parte consiste invece nella descrizione delle cinque serie e dei due fondi aggregati componenti l’archivio della Traspontina, corredata da brevi cappelli introduttivi per ogni serie, e presenta tutti quegli elementi indispensabili a rendere più agevole e fruttuosa la ricerca all’interno del complesso documentario. Completano poi il volume alcuni apparati: la tabella di raffronto delle vecchie e delle nuove segnature, gli elenchi dei priori, dei parroci e dei cardinali titolari di Santa Maria in Traspontina, la bibliografia e le fonti archivistiche consultate e, infine, l’indice dei nomi e dei luoghi.»

Durante la redazione dell’inventario quali problematiche hai dovuto affrontare? Hai qualche curiosità da raccontarci?

«Le maggiori problematiche riscontrate durante la redazione dell’inventario sono attribuibili al tentativo di ricostruire virtualmente le serie del fondo, facendo ricorso agli spezzoni dello stesso archivio custoditi in altri istituti di concentrazione, come l’Archivio di Stato di Roma e l’Archivio storico del Vicariato. Inoltre l’assetto assegnato al fondo da precedenti interventi di riordinamento (nonché la presenza di due fondi aggregati) non sempre mi permettevano di riconoscere immediatamente la consistenza e la natura delle serie, peculiarità che hanno richiesto al mio lavoro uno sforzo in più, finalizzato a ricostruire i legami logici che accomunano la documentazione senza scompaginare l’ordine attribuito all’archivio da precedenti riordinamenti. Per di più, man mano che studiavo le carte, mi appariva sempre più evidente che sotto il titolo di “Santa Maria in Traspontina” si sommavano (e a volte sovrapponevano) istituzioni diverse (la comunità religiosa e il convento, la parrocchia, la sede del Priore generale e della Provincia romana), quasi a prospettare la sussistenza in questo archivio di quel particolare fenomeno che la teoria archivistica italiana ha definito come “vischiosità archivistica”. Tuttavia, a parte le difficoltà tecniche e concettuali riscontrare nel corso della redazione dell’inventario, la problematica più grande è stata forse la pandemia da Covid che, nel bel mezzo del lavoro, ci ha confinati tutti a casa e ha interrotto per diverso tempo lo svolgimento del progetto.»

Per approfondimenti e acquisto della pubblicazione, si rimanda al sito di Edizioni Carmelitane: www.edizionicarmelitane.org

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LE CURIOSITÀ DELL’ARCHIVIO

La cioccolata carmelitana

Tra le carte di Santa Maria in Traspontina, recentemente inventariate da Jacopo De Santis, diversi documenti attestano che nel corso del XVIII secolo presso il medesimo convento romano, all’epoca sede della curia generalizia dei carmelitani, si producevano tavolette di cioccolata: lo testimonia la corrispondenza conservata nel nostro archivio, con la quale i frati di altri conventi e varie personalità del tempo chiedevano che s’inviasse loro questa prelibatezza.

In particolare, in un carteggio di diciassette lettere datate all’anno 1758, l’ex priore generale dei carmelitani Luigi Laghi, della Provincia Romagnola, richiedeva che gli fosse recapitato nel convento di Forlì un ordine di cioccolata, di cui doveva essere piuttosto goloso, riferendo – in maniera buffa – di farne un uso abituale, perché, a suo dire, lo aiutava a contrastare il respiro corto… e altri malanni: «Io continuo a soffrire ogni mattina la solita strettezza di petto e difficoltà di respiro, ma presa la cioccolata, che mi causa alcuni flati, resto libero» (13 aprile 1758).

Padre Laghi aveva una gran provvista di questo portentoso rimedio, come si legge in un’altra sua lettera: «Per la cioccolata ci è tempo sin che farete la nostra, perché ne tengo ancora per sei e più mesi» (7 settembre 1758).

Che scriverebbe oggi Luigi Laghi? Peccato che non si produca più la cioccolata carmelitana!

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Per iscrivervi alla Newsletter, potete compilare il form presente al seguente indirizzo web, dove potrete anche leggere online il numero di questo mese:
https://www.ocarm.info/cgi-bin/dada/mail.cgi/archive/prayer/20231121032449/

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ABiGOC si rinnova! A partire da questo numero, la newsletter dellArchivio e della Biblioteca Generali dei Carmelitani si presenta con due grosse novità. Prima di tutto, un nuovo formato che ci permette di pubblicare agevolmente più notizie. In secondo luogo, luscita mensile e non più settimanale dei numeri. Questo aggiornamento è stato possibile grazie alla collaborazione con lUfficio delle Comunicazioni Carmelitane. Circa i contenuti, non solo continueremo a informarvi sulla vita dellArchivio e della Biblioteca Generali, ma cercheremo di farvi conoscere le attività degli altri enti culturali dellOrdine Carmelitano sparsi per il mondo. 

Speriamo, allora, che ABiGOC risulti ancora più agevole ed interessante. Buona lettura!

Potete leggere il formato Newsletter al seguente indirizzo web: https://www.ocarm.info/cgi-bin/dada/mail.cgi/archive/prayer/20231026032644/

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LE PUBBLICAZIONI CARMELITANE

Mercoledì 25 ottobre 2023, alle ore 17:45, presso il Centro Internazionale Sant’Alberto (Roma), è stato presentato il volume La demolita chiesa di S. Nicola dei Cesarini a Roma, di Cristina Cumbo, realizzato attraverso ricerche d’archivio.

Con l’occasione, abbiamo intervistato l’Autrice: Sappiamo che ti occupi di archeologia cristiana e con questo volume hai voluto ricostruire la storia della chiesa e del convento di San Nicola dei Cesarini di Roma, attraverso la stratificazione archeologica dell’area. Quali sono stati, se ci sono stati, i problemi che hai incontrato durante lo studio di questo tema? Ti chiederemmo di raccontare soprattutto come hai ricostruito il patrimonio disperso del San Nicola.

«Posso dire che l’archeologia cristiana si è configurata certamente come una base importante da cui partire, ma non è stata l’unica in questa ricerca, in quanto la chiesa moderna di San Nicola dei Cesarini si va ad impostare sulla fase medievale e su quella ancora precedente, romana, dei templi veri e propri. A volte, però, capita che i tempi più recenti siano, paradossalmente, quelli più complessi da ricostruire. È accaduto che chiesa e convento di San Nicola, all’epoca della demolizione avvenuta tra il 1926 e il 1927, considerati in pessime condizioni di conservazione, siano stati definiti poco importanti ai fini della preservazione della loro memoria. Mentre possediamo due foto e qualche acquerello dell’esterno della chiesa, non abbiamo nulla che documenti visivamente l’interno. Le foto sono unicamente relative alla demolizione, quindi abbiamo resti di muri, del rivestimento delle pareti del convento e nulla più. Ci vengono tramandati, però, una descrizione scritta dell’aspetto della chiesa e un elenco di opere. Seppur in modo frammentario tra i vari archivi romani, sono riuscita a ricomporre il complesso puzzle della storia della chiesa e dei suoi manufatti, alcuni dei quali ancora esistenti e conservati sia a Roma che in altri luoghi d’Italia, altri invece scomparsi o trafugati. È stato difficile, per esempio, capire quale fosse la “composizione” del pavimento che doveva essere piuttosto “affollato” di tombe. Le lapidi e gli ossari, che appaiono oggi ricoperti di muffe e licheni, si trovano presso il Cimitero Verano e, grazie alla mia ricerca, sono stati finalmente individuati, ma in precedenza se ne era persa quasi totalmente la memoria. Sono stati necessari vari sopralluoghi e un’attenta consultazione dei documenti d’archivio per giungere alla loro identificazione.

Oltre alle difficoltà, ci sono state anche delle certezze, come le tele di San Nicola e del profeta Elia che furono trasportate nella chiesa della Beata Vergine del Carmelo annessa al Collegio Internazionale Sant’Alberto, dove ancora sono conservate.

È possibile definire la ricerca sulla chiesa di San Nicola dei Cesarini come una vera indagine storico-artistica, archivistica e architettonica inquadrata in un contesto del tutto archeologico. Ovviamente, all’analisi dei documenti è stato assolutamente necessario affiancare delle verifiche in situ e ciò mi ha permesso di avere una visione d’insieme. È difficile da spiegare a parole, ma nella mente di un archeologo, ricorrendo a quanto appreso dalle fonti e comparando i resti materiali, anche le strutture demolite riacquistano forma. Ormai mi basta semplicemente osservare l’Area Sacra di Largo Argentina, recentemente aperta al pubblico, e la chiesa di San Nicola dei Cesarini è ancora lì, con il suo convento dimora dei Carmelitani, i fedeli che entrano nell’edificio di culto per recitare qualche preghiera e accendere una candela.»

Per approfondimenti e acquisto della pubblicazione, si rimanda al sito di Edizioni Carmelitane: 

https://edizionicarmelitane.org/collections/novita/products/la-chiesa-demolita-di-san-nicola-dei-cesarini-a-roma.

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IL NUOVO SITO WEB DI ABiGOC

Per facilitare la ricerca d’informazioni da parte degli studiosi, abbiamo unificato i siti web dell’Archivio e della Biblioteca Generali dell’Ordine Carmelitano, che fino ad ora costituivano due distinti canali di comunicazione. Speriamo, in questo modo, di rendere più agevole la condivisione delle attività e delle collaborazioni attive tra l’Archivio e la Biblioteca.

Potete visitare il nuovo sito al seguente indirizzo: www.archivioocarm.com.

Vi troverete informazioni e comunicazioni relative a entrambe le istituzioni culturali, in particolare:

  • la presentazione del patrimonio documentario e librario
  • i regolamenti per l’accesso degli studiosi e per la richiesta di fotoriproduzioni
  • i bandi per gli assegni di ricerca
  • la descrizione delle attività, dei progetti e delle collaborazioni
  • le novità sulle pubblicazioni
  • la cronologia della Newsletter e degli avvisi all’utenza.

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ASSEGNO DI RICERCA BiGOC – PRIMA EDIZIONE (2023)

Il 19 settembre 2023 la Biblioteca Generale Carmelitana ha indetto una selezione per il conferimento di un assegno di ricerca dell’importo pari a 5000 euro e della durata di nove mesi (1° marzo – 30 novembre 2024), dal tema Ricostruzione della Biblioteca della Traspontina a partire dalle note di possesso presenti sui manoscritti e libri antichi della Biblioteca Generale Carmelitana.

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 15 gennaio 2024.

Il bando è consultabile e scaricabile al seguente indirizzo web:

https://archivioocarm.com/assegno-di-ricerca-bigoc-prima-edizione-2023/.

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In vista della presentazione, abbiamo intervistato l’Autrice: Sappiamo che ti occupi di archeologia cristiana e con questo volume hai voluto ricostruire la storia della chiesa e del convento di San Nicola dei Cesarini di Roma, attraverso la stratificazione archeologica dell’area. Quali sono stati, se ci sono stati, i problemi che hai incontrato durante lo studio di questo tema? Ti chiederemmo di raccontare soprattutto come hai ricostruito il patrimonio disperso del San Nicola.

«Posso dire che l’archeologia cristiana si è configurata certamente come una base importante da cui partire, ma non è stata l’unica in questa ricerca, in quanto la chiesa moderna di San Nicola dei Cesarini si va ad impostare sulla fase medievale e su quella ancora precedente, romana, dei templi veri e propri. A volte, però, capita che i tempi più recenti siano, paradossalmente, quelli più complessi da ricostruire. È accaduto che chiesa e convento di San Nicola, all’epoca della demolizione avvenuta tra il 1926 e il 1927, considerati in pessime condizioni di conservazione, siano stati definiti poco importanti ai fini della preservazione della loro memoria. Mentre possediamo due foto e qualche acquerello dell’esterno della chiesa, non abbiamo nulla che documenti visivamente l’interno. Le foto sono unicamente relative alla demolizione, quindi abbiamo resti di muri, del rivestimento delle pareti del convento e nulla più. Ci vengono tramandati, però, una descrizione scritta dell’aspetto della chiesa e un elenco di opere. Seppur in modo frammentario tra i vari archivi romani, sono riuscita a ricomporre il complesso puzzle della storia della chiesa e dei suoi manufatti, alcuni dei quali ancora esistenti e conservati sia a Roma che in altri luoghi d’Italia, altri invece scomparsi o trafugati. È stato difficile, per esempio, capire quale fosse la “composizione” del pavimento che doveva essere piuttosto “affollato” di tombe. Le lapidi e gli ossari, che appaiono oggi ricoperti di muffe e licheni, si trovano presso il Cimitero Verano e, grazie alla mia ricerca, sono stati finalmente individuati, ma in precedenza se ne era persa quasi totalmente la memoria. Sono stati necessari vari sopralluoghi e un’attenta consultazione dei documenti d’archivio per giungere alla loro identificazione.

Oltre alle difficoltà, ci sono state anche delle certezze, come le tele di San Nicola e del profeta Elia che furono trasportate nella chiesa della Beata Vergine del Carmelo annessa al Collegio Internazionale Sant’Alberto, dove ancora sono conservate.

È possibile definire la ricerca sulla chiesa di San Nicola dei Cesarini come una vera indagine storico-artistica, archivistica e architettonica inquadrata in un contesto del tutto archeologico. Ovviamente, all’analisi dei documenti è stato assolutamente necessario affiancare delle verifiche in situ e ciò mi ha permesso di avere una visione d’insieme. È difficile da spiegare a parole, ma nella mente di un archeologo, ricorrendo a quanto appreso dalle fonti e comparando i resti materiali, anche le strutture demolite riacquistano forma. Ormai mi basta semplicemente osservare l’Area Sacra di Largo Argentina, recentemente aperta al pubblico, e la chiesa di San Nicola dei Cesarini è ancora lì, con il suo convento dimora dei Carmelitani, i fedeli che entrano nell’edificio di culto per recitare qualche preghiera e accendere una candela.»

Oggi siamo lieti di presentarvi il libro di Marco Papasidero: Miracula et benefitia. Malattia, taumaturgia e devozione a Licata e in Sicilia nella prima età moderna, pubblicato da Edizioni Carmelitane nel 2021. Per conoscere più da vicino questo lavoro abbiamo rivolto all’autore tre domande.

Sappiamo che ti occupi di Storia del Cristianesimo e che le tue ricerche riguardano, in particolare, l’agiografia, il culto dei santi e delle reliquie. Anche nel presente volume hai approfondito tali tematiche: vuoi raccontarci brevemente di cosa tratta?

Il volume contiene l’edizione critica del processo in partibus, svoltosi in sede diocesana tra il 1625 e il 1627, per raccogliere le testimonianze dei miracoli e delle grazie attribuite dagli abitanti di Licata all’intercessione di sant’Angelo carmelitano, martire, morto nel 1220 secondo la tradizione agiografica. Il volume include, prima del testo critico, una dettagliata analisi, che si focalizza principalmente sugli aspetti culturali e sociali: dai miracoli alle pratiche di guarigione, tramite l’acqua della fonte sgorgata nel punto del martirio, passando per le reliquie e le processioni.

Come è stata condotta l’edizione del testo e su quali testimoni? 

L’edizione critica si è basata su due testimoni, copie degli originali non più rintracciabili. La prima copia, utilizzata come testo base, è custodita presso l’Archivio Generale dei Carmelitani ed è stata realizzata dallo stesso notaio che ha redatto gli originali, Iacopo Murci; la seconda è invece custodita presso la Biblioteca Universitaria di Cagliari. L’edizione è stata condotta adottando un criterio conservativo rispetto al primo esemplare, dando conto delle varianti sostanziali, presenti in numero abbastanza esiguo nel secondo esemplare. Il testo contiene alcune parti in latino e le deposizioni in italiano e siciliano, che restituiscono quasi la viva voce dei testimoni.

Leggendo gli atti del processo sui miracoli di sant’Angelo, quali sono state le curiosità o gli aspetti insoliti che ti hanno colpito di più?

Come detto, gli atti di questa inchiesta sono ricchissimi di informazioni. Tra gli aspetti più interessanti ci sono quelli sociali, storico-medici e storico-culturali. Il testo descrive, ad esempio, la processione con le reliquie che veniva svolta in occasione della festa di maggio, ma anche la devozione dei Licatesi nel portare le pietre per l’ampliamento della chiesa, dopo la pestilenza del 1625, la cui cessazione era stata attribuita all’intercessione del santo. Un particolare che potremmo definire curioso è quello di un uomo del luogo, tale Antonino Morinello, di cui viene riportato anche il soprannome, “Peduzzo”, attribuitogli per il fatto che «caminava zoppo et era con tal defecto nato». Al di là dell’episodio di guarigione, che è comunque interessante, colpisce la restituzione di una realtà sociale in cui il soprannome conservava – e in parte conserva ancora – tutta la sua forza espressiva e descrittiva. Un’altra curiosità è costituita dal racconto di un tentato femminicidio, descritto da più testimoni e dalla stessa interessata, Antoninella Caruso, una donna che, mentre si recava in chiesa per venerare l’urna con le reliquie, esposta per la festa di maggio, venne assalita da un uomo che tentò di ucciderla, avendola scambiata, dicono i testimoni, per la moglie.

Le Edizioni Carmelitane hanno recentemente pubblicato il libro di Ruggiero Doronzo: Iconografia carmelitana al femminile nelle incisioni dell’Archivio Generale dell’Ordine dei Carmelitani di Roma fra Seicento e Settecento. Per conoscere più da vicino questo lavoro, abbiamo rivolto tre domande all’autore.

Sappiamo che ti occupi di storia dell’arte pugliese e che hai tenuto un corso sull’argomento all’Università di Bari e pubblicato diversi saggi e monografie su pittura e scultura dell’Italia meridionale in epoca moderna. Come nasce l’idea di questo volume sull’iconografia carmelitana?

Questo libro è il risultato di una ricerca commissionata dall’Archivio Generale dei Carmelitani dal titolo: Incisori e pittori per la Vergine del Carmelo, sante e venerabili dell’Ordine carmelitano. Il caso di suor Isabella Piccini, Sebastiano Conca e altri artisti attivi fra la seconda metà del Seicento e i primi del Settecento. Se inizialmente lo studio avrebbe dovuto riguardare gli esemplari incisi da poche personalità artistiche, man mano che si avanzava nella ricerca si continuavano a fare nuove scoperte, alcune apparentemente insignificanti, altre straordinariamente importanti così da fornire la possibilità di allargare l’analisi iconografica e iconologica a tutte le incisioni raffiguranti i soggetti femminili dell’Ordine del Carmelo. 

Il libro che abbiamo tra le mani è un vero e proprio catalogo. Come hai pensato di impostarlo?

Per agevolare la consultazione del lavoro, il criterio adoperato nell’impostazione del volume tiene conto del soggetto e della cronologia della stampa. Si tratta di stampe di traduzione o d’aprés, realizzate su un modello di partenza, che quasi sempre era un dipinto, e di stampe di ‘riproduzione’ derivate unicamente dai disegni. Quando si andavano ad apporre le firme in calce alla stampa, quella dell’autore dell’invenzione veniva messa sulla sinistra, secondo un ordine gerarchico e in una posizione migliore, mentre la firma dell’incisore a destra. I termini pinxitinvenit e delineavit indicano così l’autore dell’originale e responsabile intellettuale e creativo del soggetto effigiato, mentre facit e sculpsit si riferiscono all’incisore. Di ogni incisione, infatti, vengono indicati il nome del disegnatore o del pittore, quello del bulinista, il soggetto, la tecnica, le misure, eventuali iscrizioni, il numero attuale di inventario e la bibliografia di riferimento, se è già edita. Segue l’esame iconografico e iconologico dell’immagine e si è creduto opportuno stilare anche un profilo biografico del disegnatore e del bulinista, il loro ambito di riferimento, nonché offrire alcune indicazioni sul committente là dove sia segnalato.

I soggetti rappresentati riguardano la Madonna del Carmine, le grandi sante Teresa d’Avila e Maria Maddalena de’ Pazzi e ventitré tra beate e venerabili. Quali autori e incisioni ti hanno colpito di più?

In base all’analisi filologica, risulta che le stampe furono eseguite da incisori attivi in Italia, nelle Fiandre, in Spagna, in Baviera e in Polonia, cui si aggiungono alcune firmate da autori sfuggiti ai maggiori repertori o altre anonime, ma che pongono interessanti interrogativi sia per l’identificazione che per la loro collocazione nel corso della storia dell’incisione. Mi hanno colpito maggiormente quelle per le quali sono riuscito a rinvenire il modello di partenza, come per esempio è successo con un’incisione di Leonardo Germo raffigurante la Vergine del Carmelo che appare ad Antonio Chiavassa o quella di Gaetano Bianchi che riproduce un dipinto della Vergine conservato nel santuario della Madonna delle Grazie a Colletto presso Pinerolo. Trovo di grande bellezza, infine, le incisioni di Abrham van Diepenbeeck, artista fiammingo capace di veicolare messaggi teologici e mariani attraverso immagini disegnate con minuziosa abilità grafica.