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Eventi

Giornate di valorizzazione del Patrimonio culturale ecclesiastico 2024

Nelle giornate dell’11-19 maggio 2024 in tutta Italia si svolgeranno numerose iniziative volte a valorizzare il patrimonio artistico e culturale degli istituti ecclesiastici. Per l’occasione anche l’Archivio e la Biblioteca generali dell’Ordine carmelitano organizzeranno visite guidate per mostrare il materiale documentario e librario ivi conservato. In particolare saranno esposti al pubblico e presentati gli incunaboli facenti parte del fondo antico della Biblioteca.

Comunicheremo presto i dettagli.

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I tesori della Biblioteca

La Parthenice secunda del Mantovano

Nel fondo antico della Biblioteca Generale Carmelitana è conservato un prezioso incunabolo stampato a Venezia il 14 luglio del 1499, contenente la Parthenice secunda o Chatarinaria del noto carmelitano Giovanni Battista Spagnoli, detto il Mantovano (1447-1516), che fu priore generale dell’Ordine dal 1513 al 1516.  Il volumetto, di sole 44 carte e di piccole dimensioni, dopo la lettera dedicatoria in apertura, mostra una pagina incipitaria stampata in caratteri romani, con uno spazio bianco, accompagnato da una letterina “di guida” per il miniatore, che in un secondo momento – come accadeva per i coevi libri manoscritti – aggiungeva a mano l’iniziale di testo.

La presenza di numerose annotazioni marginali e interlineari, aggiunte da un possessore cinquecentesco, testimonia l’ampio utilizzo che di questo incunabolo si fece, per finalità di studio e di lettura, in tempi assai vicini alla stampa.

Interessante notare, infine, il rivestimento che caratterizza la legatura, su supporto bianco cartonato ove si legge un testo, in lingua tedesca, stampato in caratteri gotici su due colonne di scrittura. 

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Il patrimonio carmelitano nel mondo

La musica carmelitana in Polonia e Italia tra XVII e XVIII secolo

Il dottor Marek Bebak è uno storico della musica proveniente dalla Polonia e insegna all’Università Jagellonica di Cracovia. Nell’autunno del 2023 si è aggiudicato il settimo assegno di ricerca dell’Archivio generale dei carmelitani, intitolato alla memoria di p. Emanuele Boaga, e ha avviato un progetto di Musicologia, dal titolo Mapping the Carmelites Musical Culture in Europe in the Seventeenth- and Eighteenth-Century. Preliminary research on the basis of the collection of the General Archive of the Carmelite Order in Roma.

In passato Marek si è già occupato di questa tematica, indagando le fonti archivistiche e bibliografiche carmelitane polacche e realizzando diverse pubblicazioni sul tema. Ora la sua attenzione si è spostata sull’Italia.

In occasione del suo soggiorno a Roma, gli abbiamo rivolto alcune domande:

Puoi descriverci brevemente in cosa consiste il tuo lavoro di ricerca?

Come musicologo, cerco di conoscere l’antica cultura musicale dei carmelitani, soprattutto riguardo ai secoli XVII e XVIII, quando l’Ordine era al suo apice. Facendo riferimento a diverse fonti storiche, cioè manoscritti e stampe musicali, trattati teorici, libri antichi e documentazione d’archivio (cronache, carteggi, resoconti, protocolli), cerco di rispondere alle seguenti domande:

quale tipo di musica è stato ascoltato nelle chiese e monasteri carmelitani? In quali situazioni è stato utilizzato? Chi lo ha eseguito e chi lo ha finanziato? Quali strumenti erano disponibili nelle chiese carmelitane?

Cerco anche di analizzare le opere musicali stesse e di valutare le capacità compositive dei carmelitani nel contesto in cui le hanno create. Preparo inoltre edizioni critiche di opere musicali, per consentire ai musicisti di includere queste composizioni nel loro repertorio concertistico e di registrarle su CD. Esaminare la documentazione di molti conventi e province mi dà una prospettiva più ampia: l’opportunità di confrontare e valutare il livello della cultura musicale in diversi luoghi d’Europa.

Quali istituzioni culturali hai visitato per portare avanti le tue ricerche in Polonia e quali stai consultando e consulterai qui in Italia?

Sia in Polonia che in Italia la situazione delle fonti è complicata e richiede ricerche presso varie istituzioni. Ciò è dovuto principalmente alla difficile storia dell’Europa. Molti materiali archivistici e bibliotecari sono stati distrutti o dispersi a seguito di incendi, inondazioni, guerre, spartizioni e dissoluzione dei beni ecclesiastici nel corso dei secoli XVIII e XIX.

Il punto di partenza del mio lavoro sono i materiali raccolti negli archivi carmelitani, ma molte fonti sono attualmente conservate anche presso archivi e biblioteche statali e diocesane. Le mie ricerche sulla cultura musicale dei carmelitani nella Confederazione polacco-lituana si basano su materiali che attualmente si trovano disseminati tra Polonia, Lituania, Bielorussia, Ucraina e in parte anche in Germania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Ad esempio, nell’Archivio di Stato di Modra (vicino Bratislava), in Slovacchia, ho trovato un manoscritto contenente una composizione del carmelitano di Cracovia Telesfor Wikliński. Questa composizione è stata inclusa nel repertorio della cappella musicale di Piaristi a Podolinec. Abbiamo immortalato questa e altre composizioni del repertorio dei carmelitani polacchi nell’album “Flos Carmeli” del 2023 (disponibile sui servizi streaming, compreso Spotify).

La mia ricerca sulla cultura musicale dei carmelitani in Italia presenta le medesime problematiche: ho iniziato con l’Archivio generale di Roma e nelle fasi successive raggiungerò materiali storici conservati in biblioteche e archivi statali ed ecclesiastici.

Puoi raccontarci qualche curiosità che ti ha particolarmente colpito sui compositori e musicisti carmelitani oggetto del tuo studio?

Diversamente da altre realtà religiose, come quella dei gesuiti, l’Ordine carmelitano non era famoso per la sua cultura musicale: quindi ogni informazione pertinente a questo argomento è per me interessante.

Sono rimasto sorpreso dal fatto che in Italia il numero delle cappelle musicali (vocali-strumentali) fosse inferiore a quello della Polonia: infatti, mi aspettavo che l’organizzazione delle cappelle polacche fosse modellata su quella italiana. Ad esempio: a metà del XVII secolo a Cracovia, nella chiesa carmelitana, esisteva una grande cappella vocale-strumentale, che sapeva eseguire con successo sia composizioni a 1-4, che grandi brani policorali (per 2 o 3 cori); questa cappella comprendeva molti musicisti, sia carmelitani che laici. Purtroppo di essa non è sopravvissuto materiale musicale, ma disponiamo di cataloghi di biblioteca che elencano tutte le opere che i musicisti avevano a disposizione. Per fare un confronto, a Roma, nell’importante chiesa carmelitana di S. Maria in Traspontina, all’epoca erano impiegati solo tre cantori e un organista: è possibile che l’ambiente musicale della liturgia quotidiana fosse più modesto che a Cracovia. Invece, per le feste più grandi (ad esempio la Madonna del Carmine o Sant’Alberto), sempre a S. Maria in Traspontina venivano invitati i musicisti più illustri delle cappelle pontificie della Basilica di S. Pietro o della Basilica Lateranense. Invitare cappelle provenienti da altre chiese era tipico di questo periodo, ma durante la mia ricerca vorrei verificare se i carmelitani avessero proprie cappelle musicali in altre città d’Italia.

Da fonti raccolte presso l’Archivio generale dei carmelitani sappiamo che c’erano molti musicisti in altri centri, ma finora non sono riuscito a riconoscere la loro organizzazione. Ciò non significa, però, che in generale la cultura musicale dei carmelitani in Italia fosse modesta. Abbiamo molte descrizioni di eventi durante i quali furono eseguite meravigliose musiche, composte dagli stessi carmelitani, come ad esempio: Filippo Cristianelli, Giovanni Battista Tonnolini, Giuseppe Scarani, Girolamo Casati, Pietro Colombina, Lorenzo Penna, Elia Vannini. In ogni provincia d’Italia c’era almeno un compositore di cui si sono conservate interessanti opere musicali. Mi auguro che in futuro ne sapremo di più.

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Eventi

Cantieri dell’Agiografia – AISSCA 2024

L’Archivio Generale ha partecipato con un panel alla VII edizione dei “Cantieri dell’agiografia”, promossa dall’Associazione italiana per lo studio della santità, dei culti e dell’agiografia (AISSCA). Il convegno si è svolto a Roma dal 24 al 26 gennaio 2024.

Il tema del panel era: “Parole e immagini. La vita delle mistiche carmelitane del Sei-Settecento”. Sono state presentate tre relazioni: “Le terziarie carmelitane attraverso le incisioni del XVII e XVIII secolo” di Ruggiero Doronzo (Università di Bari), “La figura della terziaria Anna Geltrude Picca da Velletri attraverso le parole del carmelitano Giuseppe Bartoli” di Anna Abdelhamid Serra (Institutum Carmelitanum) e “I racconti agiografici su Rosa Maria Serio nelle prime testimonianze delle consorelle” di Mario Alfarano, ocarm. (direttore dell’Archivio e della Biblioteca Generali).

I relatori hanno presentato le ricerche che hanno svolto o che stanno ancora conducendo presso il nostro Archivio.

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I tesori della Biblioteca

Un graduale carmelitano del XVIII secolo

Nei depositi della Biblioteca generale carmelitana si conserva attualmente una trentina di manoscritti liturgici, costituita da antifonari, corali, graduali e messali, finalizzati alla celebrazione eucaristica. Questi giganteschi volumi provengono dagli antichi fondi librari della collezione di Santa Maria in Traspontina e risalgono ai secoli XVII-XIX.

Quello che vi mostriamo oggi è un graduale carmelitano del 1708, redatto su pergamena, che presenta in apertura una elegante antiporta, decorata con elementi floreali policromi, e una pagina incipitaria caratterizzata da notazione musicale e un tetragramma in inchiostro rosso, accompagnati da sintetiche rubriche in una manierata e solenne scrittura gotica [foto 1].

Le dimensioni “atlantiche” di questi volumi e l’ampio utilizzo che di essi si faceva hanno reso necessarie una maggiore robustezza e solidità della compagine strutturale, mediante l’aggiunta di elementi metallici, quali borchie chiodate e cantonali, sui piatti della legatura, che rendono anche più agevole il loro posizionamento in orizzontale sugli scaffali. Tuttavia, come per la maggior parte di essi, anche per questo prezioso graduale l’usura del tempo è particolarmente evidente sul dorso, oggi privo di copertura e con cucitura a vista [foto 2].

Proprio in virtù di una loro migliore conservazione, nei prossimi mesi alcuni di questi libri liturgici saranno oggetto di specifici interventi di restauro, finalizzati anche a una più ampia e incisiva valorizzazione, in vista di studi e ricerche future da parte di un’utenza specialistica.

[Foto 1]

[Foto 2]

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Il patrimonio carmelitano nel mondo

La nuova Sala del Patrimonio Carmelitano a Middletown

La Provincia carmelitana americana di Sant’Elia (New York) ha allestito la nuova Sala del Patrimonio Carmelitano presso il santuario nazionale di Nostra Signora del Monte Carmelo, a Middletown, nello stato di New York.

Si tratta di un piccolo museo, in cui i visitatori potranno leggere documenti storici provenienti dall’Archivio provinciale e libri antichi, nonché ammirare opere d’arte e oggetti religiosi, ripercorrendo la storia della Provincia SEL, incominciata nel lontano 1889 a Manhattan.

Attualmente una delle vetrine ospita una mostra su san Tito Brandsma, martire dei campi di concentramento nazisti, canonizzato nel 2022, ma le esposizioni a tema di alcune vetrine cambieranno ogni due mesi, in modo da mostrare aspetti diversi della storia del Carmelo e della sua comunità negli Stati Uniti d’America.

Notizia originariamente pubblicata da CITOC in: https://ocarm.org/it/item/6296-sel-creates-new-space-for-carmelite-heritage-room

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Bando Studia Carmelitana 2023

Assegno di Ricerca BiGOC – Prima edizione

La prima edizione dell’Assegno di ricerca indetto dalla Biblioteca Generale Carmelitana è stata vinta dalla dottoressa Rosa Parlavecchia, la quale svolgerà uno studio intitolato Ricostruzione della Biblioteca della Traspontina a partire dalle note di possesso presenti sui manoscritti e libri antichi della Biblioteca Generale Carmelitana.

Ci auguriamo che questo lavoro possa essere un’occasione per riportare alla luce la ricchezza del patrimonio librario del convento di Traspontina, che in antico era sede di uno dei più importanti luoghi di studio e formazione carmelitana.

Per ulteriori approfondimenti si rimanda al bando e al verbale di assegnazione: https://archivioocarm.com/assegno-di-ricerca-bigoc-prima-edizione-2023/

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Le curiosità dell’Archivio

Il liquore carmelitano

Tra i tesori del nostro archivio abbiamo ritrovato l’antica ricetta dello spiritum carmeliticum, così come ideata da un certo padre Bernardo, presumibilmente sul finire del secolo XVIII. Di padre Bernardo non conosciamo né il cognome né il convento di appartenenza, ma sicuramente il suo amaro dovette essere molto apprezzato se la sua ricetta arrivò fino alla Curia generalizia dei carmelitani.

Per poterla riprodurre, procuratevi alcol purissimo di vino, erbe di melissa, salvia e timo – con la raccomandazione che non siano essiccate, ma freschissime, colte durante la stagione della loro fioritura -, buccia di arancio, fiori di rosmarino, aromi di carciofo, cannella, noce moscata, inoltre semi di coriandolo, di anice e di ortica. Fate macerare il tutto per almeno due giorni, rimescolando di tanto in tanto, poi distillate e bevete… ma con moderazione!

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Le pubblicazioni carmelitane

Giovedì 18 gennaio 2024, presso il Centro Internazionale Sant’Alberto (Roma), è stato presentato il volume L’attività di padre Serafino Maria Potenza (1697-1763) attraverso i documenti d’Archivio, di Simona Durante, pubblicato da Edizioni Carmelitane (vedi ABiGOC20/2023).

Alla presentazione sono intervenuti padre Vincenzo Criscuolo, ofmcap, già relatore generale del Dicastero delle Cause dei Santi, il professor Luca Carboni, dell’Archivio Apostolico Vaticano, e l’autrice. Tra i numerosi partecipanti erano presenti il segretario monsignor Fabio Fabene, il sottosegretario Bogusław Stanisław Turek e altri membri del Dicastero.

Ci fa piacere condividere con voi alcuni scatti della serata.

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Le pubblicazioni carmelitane

Intervista a Simona Durante

Giovedì 18 gennaio 2024, alle ore 18, presso il Centro Internazionale Sant’Alberto (Roma), sarà presentato il volume L’attività di padre Serafino Maria Potenza (1697-1763) attraverso i documenti d’Archivio, di Simona Durante, pubblicato da Edizioni Carmelitane.

In occasione di questa presentazione abbiamo intervistato l’Autrice:

Simona, sappiamo che lavori come archivista presso il Dicastero delle Cause dei Santi e che conosci approfonditamente le dinamiche dei processi di beatificazione e canonizzazione nel corso dei secoli, all’interno delle quali si ascrive l’attività del padre Serafino Maria Potenza. Potresti descriverci quale fu l’importanza di questo personaggio per l’Ordine carmelitano e per lo studio della santità in generale?

«L’importanza di padre Serafino Maria Potenza per l’Ordine carmelitano si riflette in molteplici aspetti. 1) Nell’aver promosso, con competenza giuridica e storico-archivistica, la candidatura di diversi suoi confratelli e consorelle agli onori degli altari, durante la sua attività di postulatore generale. 2) Nell’aver dedicato la sua vita alla raccolta di documenti relativi alla storia dell’Ordine, dei vari conventi a esso appartenenti, nonché di quei carmelitani che più di tutti si erano distinti per fama di santità, con una particolare attenzione alle sue consorelle religiose. 3) Nell’aver profuso tutto il suo impegno nella direzione spirituale di chi a lui si affidava per camminare sulla via della fede.»

Dalla lettura del tuo volume si percepisce la grande mole di materiale documentario che hai dovuto visionare. Quali archivi sono stati consultati?

«La maggior parte delle ricerche sono state svolte presso l’Archivio generale dei carmelitani e quello corrente della Postulazione generale dei carmelitani. Ruolo determinante ha avuto anche l’Archivio del Dicastero delle Cause dei Santi. Per la corrispondenza tra Potenza e il suo confratello padre Ferdinando Salvi, prezioso è stato l’Archivio della Biblioteca d’arte e di storia di San Giorgio in Poggiale (Bologna) e l’Archivio generale delle carmelitane delle Grazie di Bologna. Si sono poi consultati l’Archivio del Conservatorio della SS. Concezione di Roma, quello del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’Archivio conventuale dei Santi Silvestro e Martino ai Monti di Roma, l’Archivio storico dell’Accademia dell’Arcadia, l’Archivio della Certosa di Trisulti e l’Archivio di Stato di Napoli.»

Nella lettura dei documenti c’è qualche curiosità che ti ha particolarmente colpito?

«Certamente hanno attirato la mia attenzione i “Quinterni” dedicati alla direzione spirituale delle sue penitenti. Da essi si evince uno spaccato della società di allora, con particolare riferimento alle pratiche di penitenza e “discipline” che le stesse figlie spirituali, a volte, si infliggevano per espiare i peccati. Mi hanno poi colpito le lettere tra padre Serafino e padre Salvatore Pagnani di Capua, suo confratello; inoltre le note circa la quotidianità dei sovrani di Napoli e Sicilia, Amalia di Sassonia e Carlo di Borbone, e la loro relazione con il “Ritiro” capuano di religiose carmelitane.»

Per approfondimenti e acquisto della pubblicazione, si rimanda al sito di Edizioni Carmelitane: 

www.edizionicarmelitane.org

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Le curiosità della Biblioteca

Un antico libro carmelitano

Tra i libri antichi della Biblioteca Generale Carmelitana si conserva un prezioso volume parigino del 1528, che contiene la prima edizione a stampa del trattato latino Summa de haeresibus et earum confutationibus del carmelitano Guy de Perpignan (1270-1342), altrimenti noto anche con il nome di Guido Terreni.

La cinquecentina mostra un interessante frontespizio, racchiuso in una elegante cornice architettonica, all’interno della quale si osservano, oltre al nome dell’autore e all’opera trasmessa, anche la marca tipografica dello stampatore fiammingo Jodocus Badius Ascensius. La marca rappresenta la bottega di un antico tipografo con tre persone al lavoro, accanto ad un torchio ligneo: il “tiratore” al centro, nel momento in cui aziona la barra per premere la platina sul foglio da stampare; il “rullatore” sulla sinistra, addetto ad inchiostrare le pagine di caratteri mobili; il “compositore” a destra, incaricato di comporre i testi allineando sul compositoio i caratteri mobili prelevati dalla cassa tipografica. In primo piano si notano, inoltre, due risme di fogli, una ancora bianca e una già stampata.

[Foto 1]

Il volume, finemente decorato con capilettera xilografici che scandiscono le partizioni testuali, è corredato da numerose postille di mani coeve che ne testimoniano l’ampio utilizzo in tempi prossimi alla stampa.

[Foto 2]

Inoltre, la nota di possesso che si legge sul frontespizio [Foto 1], anch’essa ascrivibile al XVI secolo, riconduce la cinquecentina all’antica biblioteca di Santa Maria in Traspontina, dalla quale proviene la maggior parte dei libri antichi ora conservati presso la Biblioteca Generale Carmelitana.

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Avvisi

Chiusura natalizia

I nostri istituti chiuderanno per le festività natalizie nei seguenti giorni:

Archivio generale: 

ven. 22 dicembre 2023 – lun. 8 gennaio 2024

Biblioteca generale carmelitana:

sab. 23 dicembre 2023 – dom. 7 gennaio 2024.

Cogliamo l’occasione per augurarvi

un Buon Natale e Felice anno nuovo!

Messale carmelitano, Venezia 1730

Un incunabolo carmelitano del 1499

Presso la Biblioteca Generale Carmelitana è conservato un prezioso incunabolo che contiene le Constitutiones Fratrum Ordinis Carmelitarum, curate dal carmelitano Giovanni Maria Polucci e stampate a Venezia il 29 aprile del 1499, dal noto tipografo Lucantonio Giunta.

Il volume mostra ancora le caratteristiche grafico-librarie tipiche dei coevi manoscritti: sulla pagina d’apertura si notano, infatti, l’incipit del testo in inchiostro rosso, una iniziale calligrafica rubricata, un segno di paragrafo anch’esso rubricato e l’impiego di caratteri tipografici derivati dalla scrittura gotica. A corredo del testo è presente, inoltre, una vignetta illustrativa xilografata che raffigura l’Annunciazione [foto 1].

Allo stesso raffinato xilografo si deve, con ogni probabilità, anche l’immagine che precede la carta incipitaria, ove è rappresentato il Vexilum Carmelitarum, sorretto da due angeli, con all’interno, in posizione frontale, l’effigie della Vergine del Monte Carmelo, di squisita fattura [foto 2].

Il volume si chiude con un ricco e dettagliato colophon in cui si forniscono notizie sul contenuto, sullo stampatore, sul luogo e sulla data di stampa [foto 3].

Foto 1

Foto 2

Foto 3

Novità della Biblioteca

Il nuovo catalogo in rete

Siamo lieti di annunciarvi che la Biblioteca Generale Carmelitana ha da poco avviato l’attività di catalogazione del suo patrimonio librario, riversando le notizie su BeWeb, il portale bibliografico nazionale degli istituti culturali ecclesiastici, nel quale sono già reperibili i primi volumi catalogati.

Dalla homepage è possibile effettuare ricerche specifiche, cliccando sulla categoria “Beni librari” e inserendo le informazioni nelle apposite stringhe, oppure selezionando la categoria “Istituti culturali”, tramite il nome dell’ente conservatore. In questa nuova pagina, dall’icona relativa alla Biblioteca Generale Carmelitana, si accede direttamente al catalogo interno, dove sono presenti le ultime novità registrate e da dove si può circoscrivere il campo di indagine mediante la ricerca per autore e titolo. [foto 1]

La stessa procedura può essere eseguita partendo dal catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), cliccando su “Biblioteche”, in alto a destra della homepage. [foto 2]

L’adesione al Polo delle Biblioteche Ecclesiastiche (PBE) ha permesso, infatti, anche alla Biblioteca Generale Carmelitana di far confluire le sue collezioni all’interno di SBN, attraverso la condivisione di notizie bibliografiche e un punto di accesso di ricerca unico.

Se desiderate iniziare la ricerca o semplicemente curiosare, potete collegarvi al seguente link: https://beweb.chiesacattolica.it/benilibrari/.

Per consultare direttamente il catalogo della Biblioteca Carmelitana, potere cliccate invece qui: https://www.beweb.chiesacattolica.it/istituticulturali/istituto/4255/Biblioteca+Generale+Carmelitana#action=ricerca%2Frisultati&view=griglia&locale=it&ordine=&liberadescr=biblioteca+generale+carmelitana&liberaluogo=&dominio=345&ambito=ISTITUTI&highlight=BIBLIOTECA&highlight=GENERALE&highlight=CARMELITANA

Infine, se volete accedere dal più ampio catalogo SBN, collegatevi a questo link: https://opac.sbn.it/biblioteche.

Foto 1

Foto 2

Presso la Biblioteca Generale Carmelitana è conservata una preziosa cinquecentina che contiene le Egogle del noto poeta carmelitano Battista Spagnoli detto il Mantovano (1448-1516), conosciuto anche come il “Virgilio cristiano” [foto 1].

Il volume è stato stampato a Brescia dal tipografo e librario Bernardino Misinta nel 1502, ovvero agli albori del XVI secolo, in un’epoca in cui i libri a stampa (chiamati anche “cinquecentine” dal secolo di riferimento) cominciano man mano a svincolarsi dagli iniziali influssi dei libri manoscritti e a circolare con caratteristiche sempre più peculiari e qualificanti.

Nell’esempio che vi illustriamo oggi, il testo è preceduto dal cosiddetto “occhiello” – che verrà poi sostituito dal frontespizio vero e proprio – in cui si riportano le informazioni riguardanti l’autore e il titolo dell’opera [foto 2].

I caratteri tipografici adoperati sono ancora quelli c.d. “romani”, che riproducono le sembianze della scrittura umanistica utilizzata nei manoscritti quattrocenteschi, in particolare di ambito romano. Curioso il fatto che, accanto al testo edito, siano presenti – probabilmente per un errore di stampa – carte bianche poi riempite con il testo mancante da un lettore coevo, che scrive in una elegante e calligrafica corsiva “italica” degli inizi del Cinquecento [foto 3].

Foto 1

Foto 2

Foto 3

Dai depositi librari della Biblioteca Generale Carmelitana, è di recente venuto alla luce un elegante incunabolo stampato a Brescia il 13 settembre 1495, presso il tipografo e librario Bernardino Misinta, attivo dal 1490 al 1509, tra Lombardia e Veneto.

Il volume contiene la traduzione latina, effettuata dal veneziano Girolamo Donati (1456-1511), dell’opera De anima del filosofo greco e commentatore aristotelico Alessandro di Afrodisia (secc. II-III).

L’incunabolo – dal latino incunabulum, ovvero in culla, per indicare i primi libri stampati entro il XV secolo –, non mostra ancora il tipico frontespizio che subentrerà solo a partire dal 1500 in poi, ma una carta d’incipit del tutto similare a quelle presenti nei coevi codici manoscritti, con iniziale incipitaria rubricata, di modulo maggiore, su sfondo floreale, eseguita con tecnica xilografica [foto 1]. A corredo del testo è visibile, inoltre, un fregio vegetale, inserito manualmente, che si dipana su tre lati della pagina, ad eccezione del margine inferiore, dove si distinguono tre timbri, tra cui quello della Biblioteca Carmelitana [foto 1]

Come di consueto per i primi libri a stampa, il carattere tipografico utilizzato (il cosiddetto “carattere romano”) riproduce le sembianze della scrittura umanistica adoperata nei codici quattrocenteschi.

L’influsso dei libri manoscritti è visibile anche all’interno del volume, ove sono presenti spazi bianchi riservati alla decorazione, accompagnati da “letterine guida”, in corrispondenza delle iniziali maggiori di testo, che dovevano essere stampate in un secondo momento rispetto al testo [foto 2].

Sull’ultima pagina dell’esemplare è presente il colophon, dove vengono riportati i dati relativi alla stampa, come il nome del tipografo, la data e il luogo [foto 3].

Infine, poiché all’epoca i libri erano conservati in orizzontale, sul taglio inferiore erano aggiunti a mano il nome dell’autore e il titolo dell’opera [foto 4].

Foto 1

Foto 2

Foto 3

Foto 4

È online il sito della Biblioteca generale e carmelitana (BiGOC), sita a Roma in via Sforza Pallavicini 10, presso il Centro internazionale Sant’Alberto.

La Biblioteca appartiene alla Curia Generale dell’Ordine dei Carmelitani e fa parte dell’Istitutum Carmelitanum.

https://bibliotecaocarm.com/