
Eventi
Visita guidata
Il giorno 27 novembre 2025 abbiamo accolto presso l’Archivio e la Biblioteca Generali i partecipanti al “Titus Brandsma Congress”, organizzato dai padri Fernando Millán Romeral, Giovanni Grosso, Michael Plattig e dalla postulatrice dell’Ordine carmelitano, dottoressa Giovanna Brizi. L’evento era incentrato su aspetti della vita, dell’attività e del pensiero del santo olandese Tito Brandsma (1881-1942), morto martire nel campo di concentramento di Dachau, dopo essere stato arrestato dalla Gestapo a causa della sua ferma opposizione al regime nazista.
P. Giovanni Grosso e l’archivista Simona Serci hanno guidato gli studiosi provenienti da tutto il mondo alla scoperta dei tesori del nostro patrimonio librario e documentario, tra cui alcune testimonianze del soggiorno romano del giovane Tito presso il Collegio Internazionale Sant’Alberto, oggi sede delle nostre istituzioni culturali. Per l’occasione la postulatrice ha mostrato agli studiosi la bolla di canonizzazione di san Tito, firmata da papa Francesco il 15 maggio 2022, e il registro firmato da centinaia di deportati nel campo di concentramento, che sostenevano l’apertura del processo di beatificazione del frate carmelitano olandese.
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Curiosità dell’Archivio
I maccheroni di Napoli
Nel nostro archivio conserviamo il carteggio tra p. Luigi Laghi, che fu priore generale dei carmelitani negli anni 1742-1756, e il sottopriore della Traspontina di Roma, p. Avertano Bevilacqua. Da questa corrispondenza si ricavano preziose e divertenti informazioni su ricette culinarie e medicamentose in voga nel XVIII secolo, di cui Laghi era particolarmente appassionato.
In una delle lettere, datata 12 febbraio 1758, Laghi scrive dal convento di Forlì, nella provincia di Romagna-Marche, e chiede a Bevilacqua di inviargli un cesto contenente ottanta o cento libbre (ossia 35-45 kg) di maccheroni, di quelli che si mangiano solitamente al convento della Traspontina, ma che siano «veramente di Napoli, e non di Roma!» [AGOC, II Roma (Tr.) 118.1.1., fasc. Bevilacqua, Corrispondenza ricevuta 1958].
All’epoca il termine “maccheroni” era utilizzato per definire genericamente la pasta secca di grano duro, senza riferimento a uno specifico formato (spaghetti, vermicelli, pasta corta, pasta cava etc…). Questo prodotto, diventato tipico della cucina mediterranea, ebbe grande successo nella Napoli dei Borbone e dalla capitale partenopea era esportato in tutta l’Italia preunitaria. Gli stessi napoletani erano chiamati “mangiamaccheroni”, appellativo poi esteso come stereotipo agli italiani immigrati all’estero. Nel Settecento le vie di Napoli pullulavano di trattorie e venditori ambulanti di pasta al pomodoro, che era consumata anche per strada, come cibo da asporto, e i produttori locali si riunivano in un’apposita corporazione di “vermicellari”, per tutelare i propri interessi economici.
La richiesta di padre Laghi riflette certamente la ghiottoneria dell’ex generale, già famoso per la sua passione per la cioccolata, ma testimonia anche il primato di Napoli nella produzione della pasta secca, soprattutto in termini di qualità.
Il documento è conservato nella sezione “S. Maria in Traspontina” dell’AGOC ed è stato inventariato nel volume Santa Maria in Traspontina. La vita di una comunità carmelitana attraverso le carte d’archivio. Inventario del fondo, a cura di Jacopo De Santis, Roma, Edizioni Carmelitane (Collana Subsidia Archivi Carmelitarum), 2023 (https://edizionicarmelitane.org/it/collections/subsidia-archivi-carmelitarum/products/santa-maria-in-traspontina-la-vita-di-una-comunita-carmelitana-attraverso-le-carte-darchivio) .
Julius Moser (1805-1879): Ragazzo che mangia spaghetti, olio su tela, Roma, XIX secolo
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Avvisi
Chiusura natalizia
I nostri istituti saranno chiusi per le festività natalizie nei seguenti giorni:
ven. 19 dicembre 2025 – mar. 6 gennaio 2026.
Cogliamo l’occasione per augurarvi un Buon Natale e Felice anno nuovo!
Immagine tratta da un Messale carmelitano, stampato a Venezia nel 1760
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